Cambia il vento per quattro ragazzi a rischio
Si chiamano Lyone, Hashraf, Alberto, Sebastiano. Le loro sarebbero state storie di esclusione se non fosse intervenuta la rete di “Life – Scugnizzi a vela”, l’associazione che da venti anni persegue con i suoi volontari l’obiettivo di rendere autonomi e competenti i giovani che partecipano al “Laboratorio i mestieri del mare”. Un percorso ideato per favorire l’integrazione e la formazione dei giovani a rischio della Città Metropolitana di Napoli, al quale collabora anche la Marina Militare.
Lyone è arrivato in Italia sui barconi dalla Tunisia, Hashraf è nato in Marocco, sono napoletani Alberto e Sebastiano, con un passato di illegalità e di droga. Quattro “scugnizzi” che hanno intrapreso un percorso formativo, che ha acceso l’attenzione della Zurich e della Brain Refresh Lab, nell’ambito del progetto Fantatraining. Al loro programma di reinserimento, attraverso il lavoro dell’associazione che fa capo a Stefano Lanfranco sono stati donati assegni per un valore totale di oltre 2.500 euro.
Nell’ambito di questo percorso formativo negli ultimi dodici mesi, grazie alla consolidata rete composta dalla Marina Militare, dal Ministero della Giustizia, dal Comune di Napoli, dall’Autorità Portuale di Napoli, da Libera contro le mafie e dagli Scugnizzi a vela, sono stati assunti quattro giovani provenienti sia dall’Area penale minorile della Campania e da Poggioreale, accolti e formati nel “Laboratorio i mestieri del mare”, ospitato da quasi venti anni nel Quartier Generale della Marina Militare di Napoli.