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I tremila reati all’anno che uccidono il nostro mare

Solo nel 2023 sono stati oltre tremila i reati accertati dalle forze dell’ordine e dalle Capitanerie di porto in Campania. Si calcola una media di 14,3 illeciti per km di costa. I dati sono stati raccolti da Legambiente, che scatta una fotografia tutt’altro che rassicurante nell’ultimo report Mare Monstrum.  Anche se cresce l’efficacia dell’azione repressiva, infatti, coste e mari campani sono sempre più minacciati dalle illegalità ambientali.

Le persone denunciate e arrestate risultano essere il 7% in più rispetto al 2022 e i sequestri in crescita del 12 %. Se, da un lato il mare è saccheggiato dai pescatori abusivi, dall’altro la costa è aggredita dal cemento. L’abusivismo edilizio lungo le coste funge da moltiplicatore dei fenomeni d’inquinamento, a causa degli scarichi diretti in mare degli immobili costruiti illegalmente. Il fenomeno pone la Campania in testa alla classifica regionale con 1.531 reati accertati, quasi il 15% sul totale nazionale, +21,4% rispetto al 2022. In crescita anche le denunce, che sono state 1.710 (+18,6%) e i 332 sequestri penali (+18%). 4.302 sono state le sanzioni amministrative, per un valore che superano i 3 milioni di euro.

Mare inquinato: al cemento lungo le coste si “sommano” l’abbandono e gli smaltimenti illegali di rifiuti, gli scarichi in mare e la “mala depurazione”.

Primo posto in classifica per la Campania, anche per lo smaltimenti illegali di rifiuti e gli scarichi in mare: 1.047 reati e il record di persone denunciate, pari a 1.121, con 43 arresti. Per la pesca illegale, la regione si posiziona a metà della classifica nazionale guidata dalla Sicilia, con 1.872 infrazioni, fermandosi a 533.