Spettacolo per Emergency
Un duetto di parole e musica, andrà in scena sabato 18 gennaio al Teatro Politeama di Napoli, con lo spettacolo “La guerra com’è”, a favore di Emergency. Accompagnato dalla musica di TehoTeardo, l’attore Elio Germano darà corpo e voce al libro di Gino Strada “Una persona alla volta”, racconto dell’impegno contro la guerra. Lo spettacolo sarà anche un modo per ribadire il “no alla guerra” e rilanciare la campagna Ripudia della Ong. In un periodo storico in cui la guerra sembra inevitabile e sono 56 i conflitti aperti nel mondo, l’appello di Emergency diffonde il messaggio dell’articolo 11 della nostra Legge fondamentale dello Stato, che dice una cosa bellissima: l’Italia non vuole più fare la guerra, la ripudia. In un mondo in cui le guerre aumentano e la spesa militare continua a crescere, con la campagna Ripudia Emergency torna a ribadire il suo rifiuto della guerra come principio fondativo della Costituzione, ma anche come dovere morale per proteggere il futuro delle generazioni a venire. “Gli impegni internazionali, gli equilibri geopolitici, la deterrenza… persino i posti di lavoro vengono evocati da decenni per dire che no, non è possibile togliere soldi alla guerra – scrive Gino Strada in “Una persona alla volta”–. E invece un modo diverso di vivere su questo pianeta è possibile. È possibile vivere in una società che rispetta alcuni principi, indiscutibili e non negoziabili: i diritti umani. Non è una questione di risorse che mancano, ma di scelte che non si fanno. È arrivato il momento di decidere che priorità ci diamo come società: la vita delle persone o la guerra? Salute, istruzione gratuita, un lavoro dignitoso e protezione o fame e sofferenza per molti? Non è troppo tardi per andare in una direzione più giusta.” Parole potenti, autentiche e dirette che hanno ispirato i due artisti. “Un libro forte e semplice nel linguaggio – racconta Elio Germano – che restituisce la voce di Gino, il modo di dire le cose di una persona molto competente che ha vissuto esperienze importanti e non può fare a meno di raccontarle, senza retorica. Il racconto di chi la guerra l’ha vissuta dalla parte di chi ricuce, di una persona che non è interessata ai colori degli schieramenti, ma a rimettere insieme pezzi di umanità scomposta, è una cosa forte e rivoluzionaria in questo momento storico”.