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Una lunga scia di sangue

L’ultima telefonata di Valeria, a un’amica. Con lei avrebbe preso un caffè, come ogni giorno, dopo aver accompagnato i figli a scuola. È stata proprio lei, l’amica, la prima a saperlo e a dare l’allarme. Era il suo, l’ultimo numero sul cellulare. “Un’auto ha investita, la signora. È morta”, le hanno detto. “Non ci credo”, la sua risposta, prima di correre a perdifiato per scoprire che, purtroppo, era tutto vero.

In un attimo tutti i residenti dei palazzi a ridosso di via Brin, a Napoli, sono scesi in strada. Dove c’erano il corpo della povera Valeria, la Panda bianca che l’ha investita, dicono ad alta velocità e nella corsia dei bus, e tanta disperazione. Perché tutti conoscevano quella mamma, poco più che quarantenne, che ogni giorno accompagnava e andava a riprendere i suoi bambini alla succursale Sant’Erasmo dell’Istituto comprensivo Gennaro Capuozzo.

Domani alle 8, le mamme della scuola e i residenti delle palazzine dove abitava la vittima, faranno una manifestazione in ricordo di Valeria e chiederanno a gran voce semafori e dissuasori, oltre alla presenza dei vigili fuori alla scuola.